THAILANDIA

 

 

 

Le regioni periferiche
Ai confini con la Birmania e con il Laos, il massiccio settentrionale, costituito da graniti e scisti parzialmente ricoperti da calcari, è un prolungamento dell'altopiano degli Shan della Birmania. L'entità delle piogge monsoniche varia, durante i mesi estivi, a seconda dell'esposizione dei versanti; la vegetazione è costituita dalla foresta tropicale, da pinete e da associazioni miste, in cui compaiono specie a foglie caduche. Un esiguo numero di Thai insediati nei bacini e nelle vallate pratica la risicoltura irrigata, mentre varie minoranze etniche (Karen, Miau, ecc.) praticano un'agricoltura itinerante usando la tecnica del debbio (mais, riso). Il bacino dello Yom fornisce buona parte del legno di tek prodotto nel paese: i tronchi, trasportati da elefanti ai corsi d'acqua, vengono poi fatti fluitare fino a Bangkok. L'impoverimento delle zone forestali aveva raggiunto proporzioni tali che, per intervento governativo, sono state rese obbligatorie imponenti opere di rimboschimento. Nella zona occidentale del paese si eleva una catena montuosa, propaggine meridionale dell'altopiano degli Shan (altezza massima: Doi Inthanon, 2.577 m), che prosegue a formare l'ossatura della penisola di Malacca, il cui settore centrale appartiene alla Thailandia: si tratta di rilievi relativamente giovani, costituiti da una serie di pieghe calcaree con nuclei granitici. Man mano che si procede verso sud, assume un'importanza sempre maggiore la grande foresta pluviale, particolarmente fitta nella penisola di Malacca, la sola regione della Thailandia che riceva precipitazioni abbondanti in ogni periodo dell'anno. La maggior parte della popolazione vive di un'agricoltura di pura sussistenza basata sulla coltivazione del riso, della canna da zucchero, e del mais; i Thai costituiscono il gruppo etnico più numeroso. Uniche risorse remunerative delle regioni situate a nord del 17º parallelo sono lo sfruttamento forestale (tek: grande mercato commerciale di Chiang Mai) e il tabacco.
Più variata l'economia della regione peninsulare: accanto alla risicoltura viene praticata la coltura della canna da zucchero e buoni proventi dà la pesca; inoltre, seguendo l'esempio della vicina Malaysia, sono state create numerose piantagioni di hevea. Le risorse minerarie sono costituite da stagno e tungsteno (istmo di Kra), che alimentano una corrente di esportazione diretta a Singapore e a Penang.
Zone di alte terre caratterizzano anche le regioni periferiche orientali e sudorientali: a nord l'altopiano arenaceo di Korat è limitato a est dal corso del Mekong che segna il confine con il Laos; a sud i monti dei Cardamomi, compresi fra l'altopiano di Korat e il golfo di Thailandia, continuano in territorio cambogiano. I legami con i paesi confinanti sono rafforzati dalla predominanza di popolazioni lao sull'altopiano di Korat e dalla presenza di una minoranza khmer nella regione di Chanthaburi. Le regioni interne, che la barriera formata dai monti dei Cardamomi esclude dall'influsso dei venti marini, sono caratterizzate da aridità: la foresta pluviale cede il posto ad associazioni di piante spinose e a una rada boscaglia. Il clima è adatto alla coltivazione del mais, che con il riso è la maggior risorsa agricola dell'altopiano di Korat, del cotone, della manioca, del kenaf e del tabacco; fiorente l'allevamento del baco da seta. Tipica di Chanthaburi è la produzione di pepe. Contrariamente a quanto avviene nelle altre regioni periferiche, l'allevamento ha un posto di rilievo nell'economia agricola: bufali e buoi, provenienti dall'altopiano di Korat, sono impiegati come animali da tiro nelle risaie della pianura centrale; i suini, diretti al consumo delle comunità cinesi, vengono venduti in tutta l'Asia sudorientale.

La pianura centrale
Ai piedi dell'anfiteatro formato dai rilievi periferici si stende un vasto bacino sedimentario, che costituisce l'unico legame naturale fra territori spesso orientati essenzialmente verso l'esterno. Nella zona pedemontana, la rete idrografica, disposta a ventaglio, ha inciso gole profonde nella serie di fasce scistose, che rivelano la irregolarità dello zoccolo nascosto sotto i depositi alluvionali: le acque convergono verso il Menam (Chao Phraya), che sfocia nel golfo di Thailandia, in un intrico di vegetazione a mangrovie, con un delta in fase di avanzamento. Le annuali inondazioni determinano uno spostamento e un incremento dei bracci fluviali, modificando, con l'abbandono di nuovi depositi alluvionali, la topografia della regione deltizia. Il regime delle piene (inizio a maggio, punta massima a ottobre- novembre) è strettamente legato alle piogge monsoniche, mentre le temperature rimangono pressoché costanti nel corso dell'anno. Lo sfruttamento delle acque del Menam mediante una fittissima rete di canali ha fatto della bassa pianura alluvionale della Thailandia una delle più importanti regioni risicole del mondo.
Accanto al riso, lavorato nelle numerose riserie sorte lungo il corso del grande fiume, ed esportato a Hong Kong, a Singapore e in Giappone, la fertile pianura centrale produce anche mais, arachidi, frutta, canna da zucchero.

Geografia umana ed economica
La popolazione thailandese è formata per oltre il 90% da Thai; le minoranze indigene includono i Karen e i Semang, mentre Khmer, Cinesi e Malesi costituiscono minoranze di immigrati. Dopo la seconda guerra mondiale sia l'indice di natalità sia quello di mortalità sono scesi notevolmente (sono il 18,2‰ e il 7,3‰ rispettivamente), portando l'indice di incremento naturale al 10,9‰. Diminuita è anche la mortalità infantile (32‰); mentre la durata media della vita è in aumento (67 anni per gli uomini e 72 per le donne). Religione ufficiale è il buddhismo, praticato dalla quasi totalità della popolazione, e la minoranza più importante è quella musulmana. Il thai è la lingua ufficiale e l'indice di analfabetismo è poco superiore al 6%. L'insufficienza delle vie di comunicazione è uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo dell'economia thailandese. Le linee ferroviarie (per complessivi 3.976 km) verso l'istmo di Kra, l'altopiano di Korat e Chiang Mai, volte a rompere l'isolamento di queste regioni e a unificare il paese, non bastano e ci si è quindi preoccupati di ampliare e migliorare la rete stradale, oggi piuttosto estesa(51.242 km per il 95% asfaltata). Nella pianura centrale la circolazione di persone e merci avviene mediante i canali (klong) e i corsi d'acqua: questi servono al tempo stesso da scarichi e siti d'abitazione per le famiglie che, nei periodi delle inondazioni, vivono su barche. La principale arteria fluviale, il Menam, a causa della portata irregolare e della mobilità dei canali navigabili non ha certamente un'importanza comparabile a quella dell'Irrawaddy per la Birmania.
L'agricoltura impiega tuttora quasi il 60 % della popolazione attiva, ma il suo contributo alla formazione del prodotto interno lordo è sceso intorno all'11%. Le terre coltivate equivalgono a circa il 40% della superficie territoriale, ma la produttività non è molto elevata ed è soggetta a notevoli fluttuazioni. Coltura predominante, che occupa circa la metà della superficie coltivata, è quella del riso (21,800.000 t), di cui la Thailandia è il sesto produttore mondiale. Nei bacini intermontani viene praticata una risicoltura intensiva con due raccolti all'anno, ma nel delta si ha generalmente un solo raccolto. Si sono perciò intrapresi importanti lavori idraulici per assicurare alle risaie un rifornimento d'acqua regolare e per poter diversificare le colture. La coltivazione della manioca (16.000.000 t) e quella del mais (4.361.000 t) sono in espansione sui terreni che vengono acquisiti all'agricoltura, come sul Korat, e alimentano l'esportazione. Il caucciù, prodotto nella penisola di malacca (2.257.000 t) viene in massima parte esportato. La coltura del cotone è in espansione. Nel 1976 ha avuto inizio una vasta riforma agraria, che interessa soprattutto la pianura centrale dove maggiori sono le sperequazioni. Bufali (4.807.000 capi) e bovini (8.000.000), prima di venir macellati, vengono utilizzati vari anni come animali da lavoro; la produzione di carne e di latte è comunque insufficiente al fabbisogno e il maggior contributo di proteine alla dieta dei Thailandesi viene fornita dalla pesca sia marittima sia d'acqua dolce (3.501.772 t). Dalle foreste si ricavano vari tipi di legname pregiato, come il tek, ma, a causa dell'eccessivo sfruttamento del patrimonio forestale negli anni passati, la produzione di legname è oggi inadeguata al fabbisogno. Come fonti energetiche la Thailandia dispone di considerevoli giacimenti di lignite (18.416.000 t) e di gas naturale (10.477 milioni di m³, estratti sul Korat e nel golfo di Thailandia), mentre è limitata la produzione di petrolio (1.190.000 t). Dell'energia elettrica prodotta (83.660 kWh) meno di un decimo proviene da centrali idriche.
Il settore secondario contribuisce per il 40% alla formazione del prodotto interno lordo.
Principale prodotto dell'industria estrattiva è lo stagno (8.243 t di stagno contenuto); buona è anche la produzione di tungsteno, piombo, zinco, ferro e manganese. Importante prodotto d'esportazione sono poi le pietre preziose (zaffiri).
L'industria manifatturiera, concentrata principalmente intorno a Bangkok, contribuisce con i suoi manufatti, in valore, a circa la metà delle esportazioni complessive. Predominano le industrie leggere e le piccole aziende che lavorano le materie prime locali (tessili, alimentari, sigarette), ma vi sono anche cementifici, industrie chimiche, raffinerie di petrolio e stabilimenti per il montaggio di autoveicoli.
La bilancia commerciale accusa un passivo fluttuante, in parte colmato dalle entrate prodotte dal turismo (oltre 6,9 milioni di turisti). Giappone (30,4% delle importazioni e 17,1% delle esportazioni), Stati Uniti (11,8% e 21%) e Singapore (5,8% e 13,6%) sono i principali clienti e fornitori della Thailandia.

Storia
Le origini
Prima della venuta dei Thai, il paese era suddiviso tra parecchie popolazioni: nel bacino del Menam si trovavano i Mon, distribuiti in due Stati (Dvaravati, di religione buddhista, al Sud, intorno a Lopburi, e, a partire dall' VIII sec. d.C., Haripunjaya al Nord, intorno a Lampun); sull'altopiano di Korat vivevano i Khmer e, nella penisola malese, genti indonesiane che, nel IIsec. d.C., formarono il regno di Tambralinga, divenuto più tardi vassallo del Srivijaya. Nei sec. XI - XII, i Khmer conquistarono il Dvaravati, ma lo dovettero cedere di fronte alla resistenza dello Haripunjaya. I Thai, scesi dalle montagne dello Yün-nan, per sfuggire alla sovranità cinese a partire dall' VIII sec., si infiltrarono attraverso le vallate stabilendosi tra i Khmer, i Mon e i Birmani. Organizzati come feudalità militare, essi crearono, nel corso del XIII sec., una serie di Stati, tra cui, nel territorio che diventerà poi il Siam, gli Stati di Sukhothai (verso il 1250), di Chiang Ray (verso il 1262), e di Lan Na (capitale Chiang Mai, intorno al 1296). I Thai assunsero molti elementi di civiltà dal contatto con le popolazioni assoggettate (organizzazione politica e giuridica, buddhismo hinayana, ecc.); l'alfabeto siamese, derivato dalla scrittura corsiva khmer, appare nell'iscrizione del 1292 del re di Sukhothai Rama Khamheng. Questo re impose la sua sovranità al regno di Lopburi, che sopravvisse peraltro autonomo fino al 1350, e sottomise quello Haripunjaya (presa di Lampun, intorno al 1291) e i principati lao di Luing Prabang e di Vieng Chan (Vientiane); estese infine la sua autorità verso sud fino a Ligor, in Malesia, e a ovest fino al golfo di Martaban. Sotto il regno di Lö Thaï (Dharmaraja I, 1318-1347 circa), il buddhismo hinayana si diffuse ulteriormente nel regno estendendosi poi a quello di Lan Na. L'influenza buddhista si accentuò con il soggiorno in India e a Ceylon di un principe thai e con la salita al potere del pio sovrano Lü Thaï, figlio e successore di Lö Thaï. Lü Thaï, però, lasciò che il principe di U Thong si sottraesse alla sua influenza e fondasse nel 1347 la città di Ayutthaya, che nel 1350 divenne la sua capitale. Dopo aver sottomesso il re di Sukhothai (1349), il principe di U Thong si fece riconoscere re con il nome di Râmâdhipati (1350-1369); egli può essere considerato il fondatore dello Stato siamese, cui diede una salda organizzazione.
u Guerre di indipendenza e guerre di conquista (1350-1595)
I re di Ayutthaya unificarono il bacino del Menam, conquistarono la parte settentrionale della penisola malese per migliorare le relazioni commerciali con l'India e cercarono anche di insediarsi nella parte meridionale. L'eliminazione della potenza khmer, iniziata a partire dal XIV sec. (occupazione di Angkor dal 1352 al 1357), giunse a compimento nel XV sec., dopo una seconda guerra (1390-1431 circa), e una seconda occupazione di Angkor. Le rivalità tra i principi khmer favorirono il regno di Ayutthaya, che li rese vassalli.
Intanto si veniva realizzando la fusione in un'unica nazione dei Thai conquistatori e degli indigeni mon e khmer. Il periodo successivo fu caratterizzato da controversie tra Siam e Birmania: nel tentativo di controllare a sua volta il commercio con la Cina e con l'Indonesia, il birmano Bayin Naung conquistò Chiang Mai (1556), e Ayutthaya (1564), che rase al suolo, facendo del Siam uno Stato vassallo.
Nel 1584 l'eroe siamese Phra Naret guidò la rivolta dei suoi compatrioti; divenuto re con il nome di Naresuen (1590-1605), sconfisse duramente i Birmani, si impadronì di Lovêk, di Tenasserim e di Chiang Mai (1593-1595). Si instaurò così nel paese una monarchia non più fondata sulla nobiltà ereditaria; il popolo e gli schiavi rimasero peraltro in una condizione di rigido asservimento.

Il Siam e i paesi lontani
Mentre questi conflitti volgevano al termine, il Siam strinse relazioni con i Giapponesi e soprattutto con i Portoghesi che, a partire dal 1511, si sostituirono ai mercanti musulmani nel trasporto in Cina, in India e anche in Europa dei prodotti del Siam: riso, legni pregiati, droghe, pietre preziose, stabilendo un emporio commerciale a sud di Ayutthaya. I Portoghesi furono ben presto sostituiti dagli Olandesi i quali, nel 1609, accolsero un'ambasciata siamese all'Aia. Il re Song Tham (1610-1628) autorizzò gli Inglesi a fondare una base ad Ayutthaya. Le relazioni con l'Europa si intensificarono però soprattutto sotto Narai (1657-1688), che affidò la carica di primo ministro a un avventuriero greco, Konstandinos Phaulkon (Faulcon). Questi si rivolse alla Francia, accolse favorevolmente i missionari gesuiti F. Pallu e P. de La Motte-Lambert (1662) e concesse alla Compagnia francese delle Indie Orientali il monopolio del commercio delle spezie nel Siam (1680). L'occupazione di Bangkok e di Mergui da parte delle truppe di Luigi XIV determinò però un'insurrezione nazionale (1687), appoggiata dagli Olandesi: il re fu deposto e Phaulkon giustiziato (1688). Il Siam chiuse le sue frontiere al commercio estero, provocando così il tracollo economico. Le guerre con i Khmer completarono la rovina del paese, che subì altre due invasioni birmane, seguite dalla distruzione di Ayutthaya (1767). Il Siam fu allora salvato da un generale di origine cinese Sin Tak (o Phya Tak) che scacciò gli invasori e, proclamatosi re, stabilì la sua capitale a Thonburi, situata di fronte all'attuale Bangkok (1768), e ristabilì il potere sulla Cambogia, sul principato di Chiang Mai (1773), sul regno laotiano di Vientiane (1778), ecc. Egli fu deposto da Chao Phya Chakri, suo luogotenente, che divenne re con il nome di Rama I (1782-1809); questi portò la capitale a Bangkok, più vicina al mare, dal cui porto venivano esportati grano, caffè, cotone, zucchero, legname pregiato e soprattutto riso, contribuendo così alla prosperità del paese che con le vittoriose guerre del XVIII sec. si era arricchito di schiavi, che raggiunsero un terzo della popolazione. Il Siam non ebbe mai in passato il problema della sovrappopolazione, tipico dei delta asiatici; tuttavia i proventi delle esportazioni andavano in massima parte ai Cinesi (ben presto il 25% della popolazione), che monopolizzarono le coltivazioni di riso e il grande commercio. L'importanza di tale movimento commerciale attirò gli Inglesi, che ottennero dal re Mongkut (Rama IV, 1851- 1868) l'extraterritorialità e la limitazione dei diritti doganali (trattato del 1855); il sovrano promosse una politica di equilibrio nei confronti della Francia, installatasi in Indocina, facendo a essa analoghe concessioni. Ben presto comunque il commercio siamese si svolse per i tre quarti con la Gran Bretagna, che investì forti capitali nelle miniere e nelle piantagioni, il che comportò anche l'immigrazione di numerosi lavoratori cinesi e indiani.
Stretto tra la Francia, che occupò Cambogia e Laos, e l'Inghilterra, che conquistò la Birmania, il Siam mantenne l'indipendenza perché le potenze si accordarono per neutralizzarlo (1896). Ciò si accompagnò con alcuni mutamenti territoriali. Nel 1867 il Siam, riconoscendo il protettorato francese sulla Cambogia, che si sostituiva al suo, ricevette Battambang, Sisophon e Siem Reap.
La comparsa delle cannoniere francesi alla foce del Menam (1893) segnò l'inizio di lunghi negoziati (durati fino al 1907), che portarono il Siam a rinunciare alla sponda sinistra del Mekong, al protettorato sui principati del Laos e alle zone di confine con Cambogia annesse nel 1867. Nel 1909 dovette anche cedere all'Inghilterra i diritti di sovranità sugli Stati malesi di Kelantan, Kedah, Trengganu e Perlis. Nel 1917, dichiarando guerra alla Germania e inviando 3.000 soldati in Francia, il Siam sperò di poter migliorare la sua posizione internazionale.
u Il Siam moderno
Il re Chulalongkor (Rama V, 1868-1910), dotato di spirito innovatore, soppresse la schiavitù e le gravose prestazioni di lavoro gratuito cui erano costretti i contadini liberi e, con molta prudenza in campo finanziario, evitò al paese di ricorrere ai prestiti. L'influsso delle idee europee favorì la formazione di una classe media illuminata, che cercò di modernizzare il Siam sotto il regno di Rama VI (1910- 1925). Approfittando del malcontento che seguì la crisi economica mondiale del 1929, un piccolo gruppo di ufficiali e di intellettuali liberali effettuò un colpo di Stato (giugno 1932), e impose al re Rama VII (Prajadhipok, 1925-1935) la monarchia costituzionale e successivamente l'abdicazione (1935).
Salito al trono Ananda Mahidol (1935- 1946), il governo fu di fatto esercitato da un consiglio di reggenza che ottenne dalle potenze l'abolizione dell'extraterritorialità e la limitazione dell'attività dei Cinesi. Nel 1938 i militaristi (Luang Pibul Songgram), prevalsero sui liberali (Pridi Phanomyong). Nel desiderio di riunire i Thai degli Stati vicini sotto il suo dominio, il nome del regno fu mutato in quello di Thailandia (luglio 1939).
u Il regno di Thailandia dal 1939 al 1962
Il regime autoritario di Luang Pibul Songgram accrebbe il potenziale militare del paese e creò una marina da guerra. La sconfitta francese del 1940 e l'insediamento dei Giapponesi nel Tonchino spinse la Thailandia a reclamare i territori laotiani di Luang Prabang e di Bassac (settembre 1940). Di fronte al rifiuto del governo di Vichy, i Thailandesi dettero inizio alla guerriglia, ma furono sconfitti sul mare da una squadra francese di fronte all'isola di Sichang Koh (gennaio 1941). Col pretesto di una mediazione, il Giappone costrinse Vichy a cedere 70.000 km² di territori del Laos e della Cambogia (convenzione di Tokyo, 9 maggio 1941). Allo scopo di attaccare la Malesia e la Birmania, nel dicembre 1941 i Giapponesi sbarcarono nella Thailandia meridionale; Pibul Songgram firmò allora un patto con Tokyo (21 dicembre), e dichiarò guerra alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti (25 gennaio 1942). In questo modo poté annettersi la parte settentrionale della Malesia britannica e quella meridionale degli Stati Shan; più tardi tuttavia, prevedendo la sconfitta del Giappone, abbandonò il potere (luglio 1944), e il reggente Pridi Phanomyong chiese alla popolazione di aiutare gli Alleati. Dopo la capitolazione dell'Impero del Sol Levante, la Thailandia restituì i territori sottratti alla Gran Bretagna (gennaio 1946) e le province tolte al Laos e alla Cambogia (novembre 1946). Nel novembre 1947, Pibul Songgram, con l'appoggio dell'esercito, tornò al potere e vi rimase nonostante le rivolte che si susseguirono contro il suo regime. L'influenza dell'Inghilterra fu sostituita da quella degli Stati Uniti, che trovarono nella Thailandia un valido alleato contro l'espansione comunista nell'Asia sudorientale. Pibul Songgram fece equipaggiare e addestrare l'esercito dagli Americani, riconobbe il governo filofrancese dell'Indocina e partecipò alla difesa della Corea del Sud. Nel novembre 1951 un gruppo di generali compì un nuovo colpo di Stato, che si rivelò favorevole a Pibul Songgram, nominato primo ministro dal re Bhumipol Adulyadet (Rama IX, incoronato nel 1950), succeduto al fratello Ananda, assassinato nel 1946. La caduta del prezzo del riso, a partire dal 1953, suscitò malcontento tra i contadini e favorì le iniziative dei paesi vicini: offensiva del Pathet Lao e del Vietminh verso il Mekong, attività dei comunisti malesi alle frontiere meridionali, creazione di una regione autonoma thai nello Yün-nan da parte di Pechino, che sostenne il movimento “Thai libero” di Pridi Phanomyong. Nel 1954 la Thailandia aderì alla SEATO, di cui fu essa stessa promotrice, che fissò il suo quartier generale a Bangkok. Dopo aver tentato, nel 1955, di liberalizzare il regime, Pibul Songgram fu rovesciato dal generale Sarit Thanarat (settembre 1957), che assunse il potere con un nuovo colpo di Stato (ottobre 1958). Dopo la morte del primo ministro (1963) il suo successore, generale Thanom Kittikachorn, continuò la sua politica anticomunista. Vari tentativi rivoluzionari, culminati nella creazione del Movimento per l'indipendenza della Thailandia (1964), spinsero il governo thailandese ad appoggiarsi agli Stati Uniti i quali, già a partire dal 1962, avevano iniziato un programma di aiuti al governo di Bangkok contro la guerriglia comunista che prendeva piede nella parte nordorientale del paese con l'appoggio del Pathet Lao. Gli Stati Uniti costruirono in territorio thailandese basi logistiche e vie di comunicazione strategiche, portando nel 1967 i loro effettivi a 35.000 uomini. La Thailandia, sempre più coinvolta nei conflitti del Sud-Est asiatico, inviò un contingente militare nel Vietnam del Sud e accordò agli Americani l'uso degli aeroporti thailandesi come basi per le missioni contro il Vietnam del Nord, nonostante le rimostranze russe e cinesi. A partire dalla fine del 1966 gli Americani intervennero direttamente nella guerriglia nelle zone nordorientali del paese.
Tuttavia le insurrezioni si estesero manifestandosi anche tra le minoranze nazionali dei Malesi nel Sud-Ovest e delle popolazioni montanare del Nord-Est. Malgrado l'intervento americano, il Fronte patriottico, di orientamento comunista, riuscì a imporsi nelle campagne, mentre il malcontento interessava anche le città a causa della crisi economica. Nel 1969 il governo militare di Thanom Kittikachorn dovette concedere le elezioni, ma il partito dei militari, l'Unione del popolo, riportò la maggioranza. Nel 1971, però, il parlamento venne sciolto e fu instaurato un direttorio militare. Nello stesso tempo venne avviato il disimpegno dal Vietnam.
Il governo militare fu messo in crisi dalla contestazione studentesca del 1973. La repressione del regime fu molto dura, ma nell'ottobre 1973 Kittikachorn dovette dimettersi e riparare all'estero, mentre il re affidava la direzione del governo al rettore dell'università di Bangkok, Sanya Dharmasakti.
Nell'ottobre 1974 venne varata la nuova costituzione, che accrebbe i poteri del re e ridusse quelli dell'esecutivo. Poco dopo venne sciolta l'Assemblea nazionale e le nuove elezioni del gennaio 1975 videro il successo del partito democratico, il cui leader, il principe Seni Pramoj, ebbe l'incarico di formare il nuovo governo. L'Assemblea, però, gli negò la fiducia e a guidare il governo fu il fratello Kukrit Pramoj, leader del partito d'azione sociale, di orientamento conservatore. Seni Pramoj ottenne la direzione del governo dopo le elezioni del 1976, ma non riuscì a frenare le proteste della sinistra, e le manifestazioni studentesche diedero il pretesto alla destra per intervenire. Nell'ottobre 1976 ebbe luogo il colpo di Stato militare. Primo ministro fu designato il giurista Thanin Kraivichien, destituito, a sua volta, nell'ottobre 1977 in seguito a un nuovo colpo di Stato guidato da Kriangsak Chamanand. Nel dicembre 1978 fu approvata la nuova costituzione che prevedeva un sistema bicamerale, con un'Assemblea elettiva e un senato di nomina regia. Nel maggio 1979 Kriangsak formò un nuovo governo, nel quale i posti-chiave erano affidati ai militari, ma ben presto riesplose la protesta e Kriangsak dovette cedere la direzione del governo al potente ministro della difesa, il capo di stato maggiore generale Prem Tinsulanond. Questi riuscì a sventare un nuovo colpo di Stato nel 1981, ma si trovò a fronteggiare una situazione aggravata dall'arrivo di migliaia di profughi dalla Cambogia. Egli rafforzò allora i legami con gli Stati Uniti e la Cina in funzione antivietnamita. All'interno allargò la partecipazione dei civili nel governo e riuscì a mantenere la direzione del governo anche dopo le elezioni del 1983, nelle quali nessuno dei numerosi partiti ottenne una chiara vittoria. Tali elezioni ebbero luogo dopo che una serie di emandamenti alla costituzione del 1978 aveva instaurato un regime parlamentare. Prem cercò di fronteggiare la crisi economica con una politica di austerità, che coinvolse anche le spese militari. Contrasti sorsero così con i vertici delle forze armate, specie in seguito alla bocciatura dell'acquisto di una squadriglia di F-16. Soffocati numerosi tentativi di colpo di Stato, Prem conservò la guida del governo anche dopo le elezioni del 1986. Nel febbraio 1988 concluse, inoltre, un importante accordo con il Laos, ponendo termine agli scontri di frontiera. La precaria stabilità, assicurata da Prem, malgrado i continui tentativi di colpo di Stato, ebbe termine con le elezioni del luglio 1988, che registrarono il crollo del partito democratico e la vittoria del Chart Thai, che divenne il primo partito. Il leader di quest'ultimo, Chatichai Choonhaven, ebbe affidato il compito di formare il nuovo governo, che sopravvisse, sostenuto da una stentata maggioranza e rivitalizzato da continui rimpasti, fino al colpo di Stato del febbraio 1991. Tornati al potere, i militari diedero vita a un Comitato nazionale per il mantenimento dell'ordine, guidato dal generale Suchinda Kraprayoon. La debolezza del regime dei militari è stata però evidenziata dal risultato delle elezioni del marzo 1992: mentre nelle campagne hanno trionfato i partiti vicini alle forze armate, con il Chart Thai in testa, nella capitale si è affermato il Palang Dharma (buddhista), guidato dall'ex governatore di Bangkok Champlong Srimuang. Suchinda, che dopo un iniziale rifiuto ha formato il nuovo governo, ha dovuto cedere alla richiesta di riforme costituzionali fatta dall'opposizione. Malgrado la repressione, in maggio una grande manifestazione ha chiesto le dimissioni del governo e, dopo un intervento del re, Suchinda è stato costretto a rinunciare. Il nuovo parlamento, appena convocato, ha approvato la prima riforma: il capo del governo deve essere un membro eletto dell'Assemblea. Il re ha designato quale capo del governo un ex diplomatico, Anand Panyarachun, con il compito di epurare i vertici delle forze armate, avviare le riforme costituzionali e preparare nuove elezioni. Queste si sono svolte il 13 settembre successivo e hanno portato alla vittoria i partiti degli “angeli” (come sono stati definiti gli oppositori dei militari, a loro volta detti “diavoli”). La maggior forza politica è diventata il partito democratico di Chuan Leekpai, che, diventato primo ministro, nonostante i propositi di riforma, accusato di immobilismo e indebolito dal carattere effimero dell’alleanza delle forze al governo, non ebbe vita facile. Nel 1995 l’adozione di una nuova costituzione, che modificava in senso democratico quella imposta nel 1991 dai militari, provocò elezioni anticipate, che si svolsero nel luglio dello stesso anno e che decretarono la sconfitta del Partito democratico, battuto dal Partito della nazione thailandese, alleanza di sei partiti il cui leader, Banharn Silpa-archa, formò un nuovo governo. Accusato di ineleggibilità perché di nazionalità cinese, di corruzione e di incapacità, Silpa-archa fu sconfitto alle legislative anticipate svoltesi, nel novembre 1996, che sancirono l’affermazione dei democratici del Partito della nuova aspirazione (PNA). Nuovo primo ministro fu nominato il generale Chaovalit Yongchaiyut, leaderdel PNA, che diede vita ad un governo di coalizione. Nel giugno 1996 furono solennemente festeggiati i 50 anni di regno di re Bhumibol, la cui popolarità non era mai stata scalfita dagli eventi. Sul piano della politica estera ancora irrisolto è il problema della sicurezza alle frontiere con la e con la Birmania, mentre un miglioramento dei rapporti c'è stato con il Laos e il Vietnam La Thailandia, che intende comunque svolgere un ruolo da protagonista sulla scena politica regionale e internazionale, si pone altri due obiettivi diplomatici: il mantenimento di una posizione centrale in seno all’ASEAN, i cui dirigenti hanno approvato, nel dicembre 1995, il trattato di denuclearizzazione del sudest asiatico; una progressiva partecipazione alle istituzioni per la liberalizzazione degli scambi internazionali (World Trade Organization, Asia-Pacific Economic Cooperation, Asian Free Trade Area), al fine di garantirsi le condizioni per la crescita sul piano economico. 

La Thailandia è membro dell'ONU, dell'ASEAN, dell'APEC e del Piano di Colombo.

Storia militare
Dopo il ritiro delle truppe americane dal Vietnam, il paese divenne il principale centro americano nel Sud-Est asiatico e beneficiò, in cambio, di aiuti per equipaggiare le proprie forze armate. Nel corso degli ultimi decenni le forze armate inquadrarono: 193.000 uomini nel 1974, 235.000 nel 1985, 283.000 nel 1991. Attualmente l’esercito inquadra 190.000 uomini con 13 divisioni, 790 carri armati in gran parte leggeri, 2.000 mezzi blindati, 830 cannoni, 100 aerei leggeri, 210 elicotteri. La marina ha 66.000 uomini (compresi 20.000 fanti di marina), 11 fregate, 5 corvette, 44 unità leggere, 57 unità anfibie, 47 aerei, 23 elicotteri. L’aviazione ha 43.000 uomini, 160 aerei da combattimento, 47 da trasporto, 96 elicotteri.
Costituzione
La Thailandia è, in base alla costituzione del 1991, una monarchia costituzionale. Il potere esecutivo è esercitato dal governo, che viene nominato dal re ma deve avere la fiducia del parlamento. Questo è formato da due camere: un senato (di 270 membri) e una Camera dei deputati, composta di 393 deputati eletti ogni quattro anni. Sul piano amministrativo il paese è suddiviso in regioni e province.

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